Gli effetti della guerra in Ucraina sull’economia italiana

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La devastante guerra che sta scuotendo l’Ucraina e il mondo intero in questo periodo è un’emergenza umanitaria globale, un rischio inverosimile per tutti noi, non solo per la popolazione ucraina. Gli effetti di questo terribile conflitto implicano gravissime conseguenze per tutti gli stati europei, ma anche per gli altri continenti. Sono effetti che avranno un forte impatto sulle economie nazionali e sui rapporti internazionali tra gli Stati.

L’impatto economico del conflitto in corso e delle misure di ritorsione contro Mosca stanno mettendo in atto una tempesta, con il risultato di maggiori e gravi incertezze sulla ripresa mondiale post pandemia. Un pericoloso effetto a catena sull’economia italiana si sta presentando già dopo appena una settimana dall’inizio dello scoppio della guerra e la situazione si aggraverà notevolmente se il conflitto dovesse perdurare ed evolversi con conseguenze ancora più gravi.

Da Confindustria è arrivato l’allarme: “L’Italia, come sappiamo, è particolarmente esposta sul gas e il rischio di conseguenze peggiori in relazione a quanto sta avvenendo in queste drammatiche ore si aggiunge alle grandi difficoltà che, negli ultimi mesi, hanno colpito le imprese e frenato la ripresa italiana”. Anche il vicepresidente di FederdistribuzioneGiorgio Santambrogio, ha dichiarato che le catene della grande distribuzione devono prepararsi a una nuova ondata di aumento dei prezzi di alcuni tipi di pasta, delle farine, del pane e dei prodotti di pasticceria. Così la guerra in Ucraina si sta trasmettendo direttamente sul paniere della spesa delle famiglie italiane.

Vediamo tutto nel dettaglio.

GAS

Il settore energetico è ovviamente al centro delle preoccupazioni italiane. Sebbene non sia ancora sicuro che le forniture dalla Russia si interromperanno, le tensioni stanno comunque aumentando e si stanno dirigendo verso nuovi picchi di costi. E questo è un grave problema per l’Italia, al quale si aggiunge l’impennata del petrolio innescata anche dall’invasione russa.

I colpi all’economia italiana ci sono tutti: il rincaro del gas ha fatto aumentare i prezzi energetici e costretto alcuni settori produttivi nazionali a limitare o fermare la produzione.I rincari riguarderanno i fertilizzanti e i prodotti dal gas naturale, dei quali la Russia è oligopolista e che quest’anno sono già aumentati del 160%. L’invasione ucraina da parte delle forze russe ha scatenato l’impennata del gas e del petrolio, aggravando la crisi energetica. I rincari, che si vedranno a breve su tutte le bollette degli italiani, avranno gravissime conseguenze anche sull’inflazione, generando forti malcontenti e aumentando in modo esponenziale la povertà di chi, già da tempo, sta facendo i conti con la ripresa dalla pandemia Covid. 

CIBO

Naturalmente non c’è solo il gas naturale, il conflitto voluto da Putin avrà un impatto particolare anche sui prezzi del cibo. Nell’ultimo anno, dall’Ucraina l’Italia ha acquistato più di un milione di tonnellate di grano tenero (il 20% delle importazioni). Questo ammanco per il futuro farà salire i prezzi proprio delle farine, del pane e dei biscotti, oltre che di certe paste di semola, segnando un aumento del 16% delle derrate agricole. Per esempio, il produttore di pasta e dolci Divella ha denunciato il blocco di un suo carico di grano tenero nel Mare d’Azov. L’Ucraina poi è anche un importante fornitore di mais di qualità per gli allevamenti italiani, un prodotto che già prima della guerra era rincarato fino al 50%, e produce l’80% delle forniture mondiali di un materiale di base usato nella tecnologia al laser che serve per produrre i semiconduttori più avanzati. La guerra dunque è destinata a produrre direttamente un impatto sui costi anche delle carni e del latte in Italia.

IMPORT/EXPORT

Non solo il gas, il petrolio e il prezzo del grano. La guerra in Ucraina può avere anche altre conseguenze economiche pesantissime per l’Italia, a partire dall’export. Negli ultimi giorni, i trasportatori stanno scioperando per il rincaro dei prezzi sul carburante, immobilizzando non solo la logistica interna del nostro paese, ma anche quella dell’export, già messa a dura prova dall’inizio del 2020.L’invasione russa sta quindi già avendo i suoi gravissimi impatti sull’economia italiana, limitandone la libertà e immobilizzando il lavoro nel nostro paese.

LO SCENARIO PER IL MADE IN ITALY

Anche per quel che riguarda il nome del Made in Italy nel mondo, la guerra ha il suo impatto in negativo. Non solo per l’effetto sanzionatorio che congelerebbe alcune attività di scambio di materie prime alimentari tra Russia e Italia, ma anche perché l’embargo ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti italiani presenti nella blacklist: Parmigiano ReggianoGrana Padano, prosciutto di Parma e San Daniele, ma anche frutta e verdura. Secondo Coldiretti, l’agroalimentare al momento è il settore più colpito dalla guerra in atto.

C’è un problema ulteriore: il Made in Italy piace tantissimo all’estero e per questo si pone ora più che mai il problema dell’Italian Sounding, dei prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con i prodotti italiani. In Russia, ad oggi, si spacciano per italiane mozzarelle, robiole, scamorze, provole e salami provenienti da Bielorussia e Brasile. “Certo per noi la perdita non sarebbe solo temporanea, per la durata delle sanzioni, perché i nostri clienti russi ci sostituirebbero con prodotti cinesi che poi sarebbe molto difficile scalzare. Se si guardano i dati, l’intensificazione dei rapporti di scambio fra Russia e Cina già oggi è impressionante” afferma il presidente di ColdirettiMassimiliano Guansanti.

Dalla guerra in Ucraina, l’Italia può perdere e sta già perdendo più di 1 miliardo di euro tra import e export. Questi dati scoraggianti fanno da cornice alla crisi umanitaria globale che la popolazione ucraina sta vivendo in questi drammatici giorni.

Non abbiamo bisogno di previsioni di guerra sull’economia italiana, il ricordo del secolo scorso è ancora troppo fresco e certe ferite non si rimarginano mai. Per questo e altri milioni di motivi ovvi, compiamoitaliano.it non poteva esimersi dallo schierarsi apertamente contro la guerra avviata dalla Russia e invita gli italiani a manifestare civilmente il proprio dissenso a questa ignobile azione bellica. 

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