Con il disastro aereo del volo diretto a Nairobi, l’Italia perde otto cooperanti per lo sviluppo internazionale.

Disastro aereo

Delle 157 vittime del disastro aereo dell’Ethiopian Airlines di domenica 10 marzo, otto passeggeri erano italiani. Sebastiano Tusa, Matteo Ravasio, Carlo Spini, Gabriella Viggiani, Maria Pilar Buzzetti, Virginia Chimenti, Rosemery Mumbi e Paolo Dieci. Otto nomi, otto persone in viaggio dall’Italia per dare il proprio personale contributo alla cooperazione internazionale per l’Africa. Perché l’Italia è un paese che ha un sistema di aiuti umanitari molto più operativo di quanto non si pensi, la cooperazione allo sviluppo è parte integrante e qualificante della nostra politica estera (riforma del 2014), e in particolare l’Italia per l’Africa è attiva e fattiva: gli otto cooperanti morti in quest’ultimo, tragico, incidente aereo, facevano parte della concretezza delle associazioni umanitarie italiane, impegnate al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile della cosiddetta Agenda 2030. Sebastiano Tusa, assessore regionale ai Beni Culturali della Regione Sicilia, nonché archeologo di fama internazionale, in viaggio per un progetto dell’Unesco in Kenya. I tre volontari di Africa Tremila, una Onlus di Bergamo che sta realizzando un ospedale in Sud Sudan, Matteo Ravasio, commercialista e tesoriere della Ong, il medico Carlo Spini e la moglie Gabriella Viggiani, vittime del viaggio diretto a Nairobi per procedere alla consegna delle attrezzature mediche per il nuovo nosocomio. Virginia Chimenti, funzionaria del World Food Programme dell’Onu, il programma mondiale contro la fame nel mondo, insieme alle colleghe Rosemary Mumbi e Maria Pilar Bozzetti; Paolo Dieci, presidente della ONG Cisp (Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli) e rete Link 2007, (un’associazione di coordinamento consortile che raggruppa importanti ONG italiane), erano insieme diretti a Nairobi per partecipare all’Assemblea delle Nazioni Unite sull’Ambiente, il forum ambientale più importante del mondo, che riunisce i 193 Stati membri dell’Onu al fine di studiare le soluzioni, e discutere degli impegni, che gli stati dovrebbero assumere nella prospettiva di un patto globale per l’ambiente.

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