Secondo uno studio condotto dall’Associazione Italiana Editori (AIE), il mercato editoriale del nostro paese è in crescita, finalmente, e ha già raggiunto il valore di 33 miliardi di euro.
Con questo obiettivo, l’Italia ha raggiunto il sesto posto su scala mondiale, subito dietro agli USA, Cina, Germania, Regno Unito e Francia; mentre, in Europa si è posizionata al quarto posto in classifica. Un aumento che ha interessato tutti i macrogeneri, dalla fiction straniera alla saggistica, dai libri per bambini e ragazzi alla manualistica.
Ricardo Franco Levi, presidente dell’AIE ha affermato “i dati confermano le nostre previsioni di settembre: l’editoria italiana ha saputo reagire alla pandemia e, anche grazie alle politiche di sostegno pubblico messe in atto da governo e parlamento, chiude il 2021 in forte crescita, dopo un 2020 già soddisfacente”
Cresce anche il numero dei libri pubblicati, che sono in crescita rispetto alle stime degli ultimi due anni, mentre sono in calo le vendite e le pubblicazioni di e-book, dato che conferma di nuovo la delusione di questa editoria digitale.
Quella italiana è comunque un’industria libraia che guarda sempre all’estero e che cerca ancora nuove strade per aprirsi all’internazionalizzazione, soprattutto per quel che riguarda la piccola e media editoria indipendente, che più di tutte ha sofferto lo stop del 2020.
“L’accompagnamento degli editori all’estero, specie quelli medio e piccoli, è da sempre uno dei nostri primi obiettivi” continua Ricardo Franco Levi. Un obiettivo che in questi due anni pare sia stato davvero il primo della lista per l’editoria italiana, che già da tempo è tornata alle fiere dedicate in presenza, con stand e conferenze che hanno riguardato le ultime e più importanti novità editoriali. Non solo quindi Mondadori e Feltrinelli, ma soprattutto la media e piccola editoria ha tratto nuovo vigore e forza da queste kermesse post pandemia, che con le solite precauzioni, hanno comunque riscontrato il dovuto successo: ricordiamo infatti il Salone del Libro di Torino, Più Libri più Liberi a Roma e la recentissima Book Pride di Milano, per non citare poi quelle estere, come l’edizione della Buchmesse a Francoforte, già in programma per il 2024.
Il libro si conferma ancora oggi uno dei mezzi di diffusione per eccellenza della cultura, e lo è in tutti i sensi, sia per la società sia per accompagnare le civiltà nel tempo.
“In un mondo in cui i processi di consumo culturale, compreso il consumo di lettura, passano quasi tutti attraverso quella terra senza confini fisici e senza barriere linguistiche che è la rete” dichiara Angelo Piero Cappello, direttore del CEPELL “pensare esclusivamente in termini di mercato nazionale sarebbe un grave errore; l’orizzonte internazionale della lettura dovrà essere l’obiettivo assunto dalle politiche pubbliche di sostegno e promozione del libro italiano nel mondo se intendiamo continuare a mantenere competitiva la qualità dell’editoria italiana sugli scenari internazionali”.
L’editoria italiana ha quindi l’obiettivo di diventare sempre più internazionale. Non a casa, i dati registrano un aumento dell’interesse delle case editrici straniere verso le pubblicazioni italiane, incrementando anche il numero di libri tradotti in molte più lingue rispetto agli anni precedenti. L’Italia, inoltre, si conferma un paese molto aperto verso le culture e le letterature straniere, e un paese che traduce molto e che dipende sempre meno dall’estero. Secondo AIE, dal 1997 al 2020 le opere di autori italiani sono cresciute del 56%, le traduzioni del 24%; nel 2020 si è tradotto soprattutto dall’inglese (62%), dal francese (16%), dal tedesco (7%) e spagnolo (4%).
Un grande aumento di lettori e una conseguente crescita di fatturato lo ha avuto la letteratura per bambini e Young Adult, nonché le pubblicazioni di fumetti e manga, che lasciano il loro posto di nicchia e si posizionano sempre tra i primi in classifica nazionale. Sono questi dei dati che ci confermano sempre più che il mercato italiano dei lettori è in continuo mutamento e di conseguenza anche quello editoriale, che deve piagarsi agli usi e consumi dei lettori. Fino al 2021, i dati riportati da AIE hanno dimostrato che i bambini e ragazzi fino a 14 anni sono la fascia d’età che legge di più in Italia: il 77% contro una media nazionale del 56%.Tutto sembra procede bene per il mondo editoriale italiano, che rimane comunque un settore fondamentale dell’economia d’eccellenza italiana.