Azioni per l’Editoria libraria all’estero

Guida

Abbiamo incontrato Diego Guida, Presidente del Gruppo Piccoli Editori AIE, che ci ha parlato del momento che sta vivendo l’editoria nazionale.

La condizione di estrema difficoltà che sta vivendo la nostra economia a causa dell’emergenza Covid-19 ha messo in ginocchio l’economia nazionale, andando a farsi sentire su un po’ tutti i settori. Ovviamente l’urto è attutito diversamente a seconda della situazione esistente prima della pandemia. È il caso dell’editoria italiana che fino allo scorso mese di gennaio era un settore in crescita che continuava a guadagnare spazio all’estero: tra il 2015 e il 2019, infatti, i titoli venduti all’estero sono aumentati del +36,5%, mentre quelli acquistati oltre confine sono calati del -10,7%. Questo trend vedeva per i piccoli e medi editori una crescita nella vendita dei diritti (+7,2% solo nell’anno 2019). Questi dati sono emersi dallo studio dell’Osservatorio dell’AIE – Associazione Italiana Editori 2019 sull’export dei diritti. Indagine ce ha evidenziato come le case editrici italiane si muovono ormai con disinvoltura in ambito internazionale: solo nel 2019 sono stati venduti all’estero 7.883 titoli (+9% rispetto al 2018) mentre ne sono stati acquistati 9.358 (+0,7% rispetto al 2018).

Nell’ultimo lustro (2015-2019) l’Europa si è confermata il principale mercato per le vendite italiane con il 60,4% di opere vendute (+74,7% rispetto al 2015) mentre il Medio Oriente è cresciuto maggiormente con il 5,1% delle vendite (+231,1% sul 2015), l’editoria italiana ha trovato spazio in particolare nell’area del Medio Oriente. Lo sviluppo maggiore (+958% sul 2007), con un incremento che ha toccato +582% per i Paesi del Golfo, +269% per l’Egitto e +203% per la Turchia (riferito in questo caso al 2015).

I Paesi europei che più assorbono i diritti di autori italiani sono la Spagna (20,2%), la Francia (15,6%) e la Germania (10,2%). Questi dati sull’export evidenziavano quanto sia importante per gli editori guardare con più attenzione al mercato «mondo», oltre che a quello domestico.

In un mercato come il nostro i cui confini geografici coincidono con quelli linguistici, l’internazionalizzazione – che deve saper andare al di là della semplice vendita di diritti – deve costituire sempre più un centro attorno a cui l’editoria deve sapersi organizzare, valorizzando non solo le novità ma anche il catalogo, soprattutto la nostra cultura- osserva Diego Guida.

In questa prospettiva è fondamentale la collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e con tutti quei soggetti pubblici e privati che si occupano di esportare e “valorizzare” l’insieme della nostra cultura.

Le Piccole industrie in Italia, rappresentano quell’indispensabile polmone aziendale tanto apprezzato in tutto il mondo per la dinamicità, per la forza manifestata nel saper fare squadra, per la capacità di sapersi adeguare alle mutate condizioni sociali e del mercato di riferimento, per il fondamentale ruolo svolto anche a favore dei giovani e delle generazioni che si affacciano al mondo del lavoro.

Le Piccole casa editrici occupano migliaia di addetti in tutta Italia e contribuiscono tra l’altro alla necessaria formazione professionale di diverse migliaia di giovani italiani che, soprattutto dopo aver acquisito un titolo di studio superiore, non trovano facilmente lavoro che, di contro, trovano nei Piccoli Editori la prima sponda per un accesso al lavoro, in una impresa. Queste esperienze lavorative consistono, dunque, nel bagaglio professionale che i giovani, acquisita la loro prima esperienza professionale, potranno, poi spendersi per le capacità acquisite e crescere nel mondo del lavoro.

Con la collaborazione di ICE, inoltre è auspicabile anche un impegno della politica ad “avvicinare” gli Istituti Italiani di Cultura all’estero e le sedi internazionali della Dante Alighieri che si servono di testi in lingua italiana per le loro biblioteche e per le attività di insegnamento spesso datati di vecchie edizioni.

L’ipotesi di collaborazione è quella di creare nuove iniziative con gli editori italiani per incentivare e migliorare i servizi del MAE, non solo per lo studio della lingua italiana, ma anche per la migliore conoscenza della cultura italiana attraverso la lettura di volumi di letteratura varia e saggistica così da far interessare alla lettura i frequentatori degli IIC.

Insomma, poter fare “parlare Italiano” anche all’estero e soprattutto far “comprare Italiano” non è per niente difficile, basta un po’ di impegno, cooperazione tra gli attori del mercato e un minimo di organizzazione e tutto il comparto continuerà a correre la strada del successo intrapreso negli ultimi anni.

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