L’eccellenza italiana del mercato nautico nel mondo

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L‘unico settore che pare non abbia risentito degli effetti devastanti della pandemia è quello nautico. Già nel 2020, le statistiche riportavano dati più che incoraggianti riguardo la filiera nautica, sia per il comparto produttivo sia per quello dell’export. Le imbarcazioni italiane sembrano davvero essere il fiore all’occhiello dell’economia luxury italiana. Il Made in Italy navale è ammirato e acquistato in tutto il mondo, con imbarcazioni che vanno dai piccoli segmenti fino agli yacht di lusso.

Sulla base di un’indagine condotta nel 2021, l’Italia resta sul podio come leader indiscusso per la sezione commerciale della filiera nautica, vantando un saldo di quasi 2 miliardi di dollari e mettendosi davanti sia al Regno Unito sia alla Germania. L’Italia è inoltre anche il maggior esportatore di imbarcazioni, con un fatturato globale di 4,78 miliardi di euro, di cui 1,64 miliardi solo di fatturato interno.

Il 2021 si conferma anche l’anno dei record della nautica per quanto riguarda la vendita all’estero di yacht e super yacht: 407 sono in costruzione tutt’oggi, per un totale di 821 ordini che si sono registrati in questi due anni di pandemia. L’Italia si conferma quindi la prima scelta, anche all’estero, per coloro che vogliono acquistare medie e grandi imbarcazioni per svago e divertimento, andando così a ricoprire quel settore dell’export che si classifica come luxury, non solo a livello economico, ma anche per quel che riguarda il buon nome dell’italianità. 

Il settore della costruzione navale si sta poi rafforzando con attività di esportazione e con molti cantieri prenotati per i prossimi 3 anni.

L’Italia seconda solo agli USA

Quando parliamo di nautica facciamo riferimento a un settore decisamente variegato, dove la costruzione di imbarcazioni di svago o sportive rappresenta una grossa fetta del totale delle imprese operanti in questo comparto produttivo, a cui vanno aggiunte le aziende che costruiscono navi e imbarcazioni per il trasporto marittimo e per il settore turistico. Con un totale di 3696 aziende tutte italiane.

Queste variegate realtà si diversificano anche per dimensioni e forme sociali, annoverando al proprio interno sia i grandi gruppi industriali mercantili, sia le società più piccole. Come si è già detto, però, una grossa parte di questo comparto produttivo e commerciale è trainata dalle piccole realtà nautiche, ossia quelle società che producono e vendono nel mondo imbarcazioni piccole o medio-piccole, che vanno circa dai 14 agli 80 piedi, e che rappresentano ad oggi la vera spina dorsale della filiera nautica italiana. Un settore che, da solo, negli anni di pandemia, è riuscito a fare da traino all’economia del paese solo con le attività di export, permettendo al settore di registrare numeri davvero importanti.

Nonostante sul mercato USA la maggioranza delle barche vendute sia di produzione americana, è nella fascia delle imbarcazioni oltre i 70 piedi che la nostra industria nautica gioca un ruolo primario, forte della sua leadership globale: yacht di medie e grandi dimensioni, battelli pneumatici dell’alto di gamma, vela d’élite e accessoristica d’eccellenza sono i settori dove il Made in Italy primeggia sul mercato nautico USA a conferma che l’Italian Style è vincente nel continente oltre oceano”, ha dichiarato Lamberto Tacoli,  presidente di Nautica Italiana, l’associazione che riunisce le eccellenze della produzione italiana.

Ed è proprio nelle costruzioni superiori agli 80 piedi che il Made in Italy raggiunge livelli di vera eccellenza.

Infatti, secondo stime attualissime, l’Italia si conferma la prima produttrice in Europa, seconda solo agli Stati Uniti, nella produzione di imbarcazioni da diporto e del settore nautico in generale. Nonostante questo secondo posto, dietro agli States, l’Italia esporta più del 20% delle imbarcazioni proprio negli Stati Uniti. Un dato che conferma che la grandezza delle aziende nautiche non è tutto: la qualità e l’affidabilità italiana non cedono il posto ai grandi numeri.

Fra le regioni italiane, è la Toscana a vantare la maggior presenza di aziende del settore, situate all’interno dei suoi confini, seguono la Liguria, la Campania e la Sicilia.

La produzione nautica italiana si concentra principalmente su alcune delle realtà più famose a livello di marchio: Arcadia Yachts, Azimut, Baglietto, Benetti, CRN, Custom Line, Mondomarine, Perini Navi, Picchiotti, Fiart, Aprea, Cranchi e tanti altri.

Il Nauticsud

Proprio per tornare a celebrare un settore che, ci si augura, continui a mantenere il suo primato europeo, il 12 febbraio 2022 sarà inaugurata la 48esima edizione del Nauticsud, il salone nautico a carattere internazionale, che torna alla Mostra d’Oltremare di Napoli dopo ben due anni di stop dovuti alla pandemia. La ripartenza della stagione fieristica segna un momento di grande fermento, tra innovazioni nautiche ed esposizioni di modelli esclusivi non ancora usciti sul mercato.

Il presidente di AFINA e patròn dell’evento fieristico, Gennaro Amato, ha dichiarato a tal proposito: “Nauticsud è una straordinaria vetrina che mostra le capacità produttive di una filiera nazionale che non ha smesso di crescere neanche in questi due anni di crisi economica globale”.

Il Nauticsud, oltre a essere il terzo evento fieristico nautico a livello nazionale, è soprattutto l’occasione per espandere ancora di più le rotte commerciali della filiera di settore, stavolta anche tenendo conto dell’est Europa e dell’Asia, dove pare che si stia presentando un forte aumento della domanda di imbarcazioni e yacht di lusso. Questi eventi, oltre a confermare il buon nome del settore nautico italiano, creano anche un grosso indotto economico al paese e alla regione che le ospita. Sono quindi una vera e propria occasione da non perdere. 

L’augurio è, quindi, quello di mantenere gli enormi successi raggiunti in questi anni e continuare a innovarsi, portando l’eccellenza nautica italiana in tutto il mando a vele spiegate e col vento in poppa. Perché il mare è un’importante risorsa economica italiana e non ci potrà essere ripresa senza la sua valorizzazione.

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