Molini Ambrosio tradizione secolare nella lavorazione del grano

Molini Ambrosio

Negli ultimi anni, nel settore della coltivazione di frumento si è constatato un sostanziale aumento dei dati relativi alla produzione e alla qualità delle culture italiane del grano tenero, utilizzato nelle farine per dolci e prodotti lievitanti in generale, e quello duro, usato nelle farine per pane e pasta.
Molto si discute sulla qualità delle produzioni italiane, sull’argomento abbiamo avuto modo di fare qualche domanda a Pasquale Ambrosio di Molini Ambrosio, azienda molitoria di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli,

1. Che cosa significa 100% italiano? (ritengo che ci sia molta confusione su questo tema), e quali sono i sacrifici che un imprenditore deve prendere in considerazione nel produrre 100% Italiano?

Un prodotto 100% italiano è un prodotto fatto in Italia con materie prime coltivate in Italia. Non va quindi confuso con un prodotto Made in Italy che deve essere fatto in Italia ma non necessariamente con materie prime italiane. In generale poter fare affidamento a delle materie prime provenienti da una sola regione geografica rende più difficile la selezione della materia prima. Credo poi che il nostro settore sia ancora più penalizzato da questo punto di vista perchè per ragioni climatiche non tutte le varietà di grano possono essere coltivate in Italia, con conseguente impossibilità di reperire alcune caratteristiche di prodotto, proprio a causa della scarsità di alcune qualità del prodotto. Non tutti sanno che in Italia produciamo solo il 40% del fabbisogno di grano per il nostro consumo.

2. Attualmente come comunica la sua azienda al consumatore che il prodotto è 100% italiano? E quanto è importante la definizione di standard di controllo di filiera per garantire la trasparenza nella qualità e tracciabilità del prodotto?

Vi è una dedicata indicazione sul packaging di origine del prodotto. Ovviamente da una semplice dicitura sul packaging non traspare la complessità del meccanismo di tracciabilità che c’è dietro. Perchè si possa scrivere “100% Italiano” sul packaging è necessario tracciare tutto il grano dal campo al molino (e questa è la parte più semplice) fino a tutta la produzione all’interno dell’impianto.

3. Secondo lei il 100% italiano è sempre sinonimo di migliore qualità? E sempre secondo lei, qual è il futuro dei prodotti 100% Italiani?

Penso che 100% italiano non possa essere generalizzato a sinonimo di migliore qualità. La qualità delle materie prime e la capacità di lavorarle sono la ricetta per un prodotto di qualità. Non è detto che una materia prima italiana sia migliore di una proveniente dall’estero. Le capacità manufatturiere delle imprese italiane sono molto spesso non considerate, mentre invece sono cruciali. Credo comunque che lo sviluppo di filiere 100% italiane di qualità sia un orgoglio per il nostro paese e vada valorizzato.

I prodotti 100% italiani diventeranno delle nicchie di valore importante per tutta la filiera, ma avremo sempre bisogno di importazione di cereali nel nostro paese.

4. La scarsa informazione e le politiche di prezzo, sono leve che spingono spesse volte gli italiani a scegliere prodotti stranieri? Quali potrebbero essere dei correttivi da prendere in considerazione per dare maggior forza alla competitività delle produzioni italiane?

Non credo ci sia scarsa informazione, anzi probabilmente spesso le materie prime straniere (quantomeno nel settore dei cereali) sono oggetto di ingiusta demonizzazione generalizzata per favorire gli interessi dei produttori italiani. I prodotti 100% italiani credo resteranno una nicchia di mercato ad alto valore e pertanto continueranno ad essere soggetti ad un premium price.

La nostra agricoltura (parlo sempre per il settore dei cereali) è indietro rispetto ad altri paesi su vari aspetti tecnologici, ad esempio la selezione delle sementi e le tecnologie dell’agricolture 4.0, ed economici, ad esempio la mancanza di grossi consorzi agrari che possano creare economie di scala. Credo che questi da me citati siano gli aspetti su cui bisognerà lavorare.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *