Il Consorzio di Tutela Etna DOC vara importanti novità

Etna DOC

“È stato un incontro molto importante che ha visto una partecipazione molto nutrita da parte dei soci del Consorzio. Si trattava del primo appuntamento dopo il periodo di lockdown causato dalla pandemia da Covid-19. Era sicuramente necessario fare un primo punto della situazione in un anno così particolare ma era soprattutto, a nostro avviso, il momento giusto per tornare a trattare formalmente insieme ai nostri soci importanti argomenti che stanno a cuore a tutti noi e che riguardano lo sviluppo ed il consolidamento della denominazione Etna”, questo il commento di Antonio Benanti, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Etna DOC all’attività dell’Assemblea Ordinaria dei Soci che ha approvato solo ed esclusivamente per la vendemmia 2020, la resa della tipologia Etna Doc Rosso e Rosso Riserva, portandola dai 90 quintali previsti fino ad oggi a 70 quintali per ettaro, eliminando anche la possibilità di uno sforamento del limite previsto, purchè inferiore al 20% della produzione.  “La tipologia Etna Rosso rappresenta poco più del 60% del totale Etna Doc rivendicato nel 2019 ed è quella, quindi, più importante dal punto di vista quantitativo” spiega il Direttore del Consorzio, Maurizio Lunetta. “Il periodo del tutto eccezionale che abbiamo vissuto da marzo ad oggi ha richiesto una decisione straordinaria. Si tratta di una misura che, in linea con quanto deliberato da altri importanti consorzi italiani, contribuirà a ridurre il rischio di squilibri di mercato che potrebbero ripercuotersi sui produttori, sulla DOC e sul territorio”.

L’Assemblea, dopo un confronto con un Comitato Tecnico interno ha stabilito anche la sospensione di iscrizioni di nuove superfici di vigneti a Etna Doc (nuovi impianti o reinnesti) per il triennio che va dal 1 agosto 2021 al 31 luglio 2024 con alcune deroghe sui progetti già presentati da bandi Ocm e le autorizzazioni ottenute dalla riserva nazionale per i nuovi impianti e la modifica del disciplinare inserendo tra le altre modifiche la possibilità di produrre lo spumante solo con metodo classico, l’introduzione di un numero minimo di piante ad ettaro ed una maggiore libertà di scelta delle chiusure delle bottiglie. Tutti gli interventi come sottolineato nel corso dell’Assemblea sono stati dettati dall’esigenza di avviare per i prossimi anni un processo virtuoso che riesca a gestire la crescita dell’offerta dettata da una crescente  domanda, tutelando il valore della denominazione.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *